Di Web 3.0 abbiamo parlato nello scorso articolo, sottolineando l’importanza che riveste per le aziende decise a cambiare la propria forma mentis.
Il Web 3.0 ci consente di dare una svolta decisiva nel controllo delle informazioni online, permettendoci di rielaborare al meglio tutti i dati messi in circolazione.
Se il Web 3.0 rappresenta un effettivo passo in avanti, noi oggi vogliamo farne – paradossalmente – uno indietro.
Capire, cioè, come si è arrivati al Web 3.0 e cosa è successo nel corso di questi due decenni. Guardandoci indietro potremo capire cosa effettivamente ci prospetta il futuro o, perlomeno, tentare di comprenderlo.
Prima del Web 3.0: la nascita di Internet e del Web 1.0
Prima del Web 3.0 c’era il Web 2.0 e addirittura il Web 1.0. Quest’ultimo è la forma originale di Internet, la cui esperienza è conosciuta appunto come Web 1.0.
Siamo all’inizio degli anni ’90, e le pagine che fanno capolino su computer costruiti come enormi e ingombranti scatole sono create utilizzando pagine HTML statiche che riportano solo delle informazioni.
La versione 1.0 del web non offre alcuna elaborazione di dati: all’epoca non era possibile caricare delle informazioni, né elaborare quelle altrui.
L’interazione digitale, però, prendeva piede, anche se in una forma primitiva rispetto a quella successiva (figuriamoci rispetto all’attuale). L’interazione si basava su semplici messaggi in chat e forum, ma di lì a poco tutto sarebbe cambiato.
Interazione e scambio tra utenti: è il Web 2.0
Sul finire degli anni novanta, Internet subisce un cambiamento mirato a una maggiore interattività del popolo del web.
Grazie al Web 2.0, gli utenti possono accedere a dei database e interagire con i siti web stessi, entrando nel meccanismo del server e dei moduli delle informazioni.
Nascono forme embrionali di social media (chi se lo ricorda MSN?) e l’esperienza si modifica, passando da statica a dinamica.
Con il Web 2.0 si anticipa in parte il Web 3.0.
La versione “di mezzo” del web ha dato maggior risalto ai contenuti generati dagli utenti e sull’interoperabilità tra diversi siti e applicazioni.
Il Web 2.0 era poco incentrato sull’osservazione ma molto focalizzato alla partecipazione. Nel 2000 le aziende sono passate a una forma più perfezionata di Web 2.0, creando i social network e i servizi basati sul cloud.
La genesi del web ci permette di fare una previsione, anche minima, su quello che ci attende.
Ne parleremo nella prossima uscita dedicata al futuro del Web 3.0.
(Fonte: Binance Academy)
Andrea Grossi,
Direttore Commerciale & Innovation Manager di Beatreex