Sono diversi i settori produttivi e del terziario interessati dalla trasformazione digitale. Lo scenario al quale ci stiamo progressivamente affacciando riguarda non solo le grandi multinazionali estere, ma anche e soprattutto piccole e medie imprese.
Queste ultime sono proprio quelle che dalla digitalizzazione possono trarre benefici incredibili e vantaggiosi, perché assisterebbero a un cambiamento radicale del workflow che porterebbe induscutibili benefici (e non solo in termini di fatturato).
Non esistono settori immuni al CAMBIAMENTO.
I processi di digitalizzazione dei flussi produttivi e la rapidità con la quale i beni e le informazioni circolano è altissima, tanto da farci assistere a dei cambiamenti repentini nei mercati e nella competitività degli stessi. Il successo di molte PMI italiane è stato proprio quello di aver compreso questi profondi cambiamenti che hanno riformulato il disegno imprenditoriale e che sono stati un fattore di crescita per molte realtà nazionali.
Il paradigma industria 4.0 vuol dire MIGLIOR COMUNICAZIONE.
Che cosa sappiamo a proposito della formula industria 4.0? In realtà l’introduzione del concetto di industria 4.0 nell’industria classica vuol dire che le diverse funzioni aziendali devono essere in grado di interagire tra loro sfruttando le tecnologie ICT e di utilizzare i diversi dati derivanti dalle apparecchiature di produzione.
Come si rende un’industria aderente ai modelli 4.0? Scegliendo tecnologie come sensori, rete, big data & analytics, cybersecurity, tecnologie cloud e integrarli al meglio tra di loro. Questo non vuol dire escludere l’uomo dai processi di fabbrica, ma significa ottimizzare il suo lavoro e renderlo più efficiente ed efficace.
Perché come viene riportato nel libro Industria 4.0. Uomini e macchine nella fabbrica digitale di Annalisa Magone e Tatiana Mazali : «la fabbrica senza l’uomo è una fabbrica stand alone. Praticamente impossibile».
Il team di Beatreex