Si sente sempre più spesso parlare di economia circolare, ma cos’è e come devono prepararsi le aziende per gestirla al meglio? A seguito di un periodo storico particolarmente difficile, le aziende devono vagliare molto attentamente gli investimenti, i costi e le prospettive di business, in un’ottica che è sempre di propensione al cambiamento.
Temi come l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione dei consumi sono molto sentiti, così come la valutazione di fonti alternative per gestire i processi produttivi in chiave green.
Ma, c’è un elemento che impedisce la piena realizzazione di un paese, l’Italia, più sostenibile e attento a certe tematiche.
Questo impedimento si chiama burocrazia.
Tra norme e amministrazione lenta
Se il fiore dell’economia circolare ha messo le sue radici, a impedirne la crescita è la mancata semplificazione di percorsi amministrativi che darebbero una sferzata alla transizione ecologica per adottare sempre più misure che non arrechino danno all’ambiente.
L’Italia si colloca agli ultimi posti in relazione alle tempistiche necessarie per ottenere un’autorizzazione ambientale, ma il problema non è solo questo.
Le autorizzazioni, ricevute con le dovute scadenze, durano anche meno rispetto al resto dei Paesi europei.
A ciò si aggiungano i costi diretti e indiretti per ottenere il rilascio di certe certificazioni, qualcosa che può scoraggiare anche l’imprenditore più ambientalista.
Perché non raggiungiamo l’economia circolare
Quanto detto finora è sintomatico dell’impedimento a raggiungere un’economia circolare e un sistema di gestione dei rifiuti che siano innovative, moderne e che possano stare al passo con l’evoluzione tecnologica innescata anche dalla Digital Transformation.
La lentezza e le lungaggini di simili processi sono delle vere e proprie catene per le imprese virtuose o, perlomeno, per quelle che vogliono diventarlo.
Impedire a un’azienda di ridurre il suo impatto ambientale per questioni burocratiche e amministrative equivale a una perdita di opportunità e tendenze di mercato per le aziende stesse, con conseguenze che vanno anche oltre la “semplice” economia circolare.
Ad esempio? L’occupazione e l’assorbimento di nuove risorse all’interno del mercato del lavoro sono, così facendo, bloccate.
È necessario un deciso cambio di tendenza, in termini legislativi, amministrativi e di governance.
(Fonte: Il Sole 24 Ore)
Andrea Grossi,
Direttore Commerciale & Innovation Manager di Beatreex