Nelle scorse settimane abbiamo dedicato al Web 3.0 alcuni articoli per capire come controlleremo le informazioni in futuro e analizzare anche la genesi di questa nuova forma di gestione dei dati.
Oggi vogliamo andare più nel profondo della materia, e indagare alcune caratteristiche del Web 3.0.
Sebbene la sua adozione sia ancora un po’ lontana, i concetti guida sono definiti.
In particolare, ci sono 4 segmenti che sono i nodi chiave del Web 3.0.
Vediamoli insieme nel dettaglio.
Una delle caratteristiche del Web 3.0: le macchine più intuitive
Anche definito “Semantic markup”, una delle caratteristiche del Web 3.0 fa riferimento a una maggiore comprensione – da parte delle macchine – dei dati e dei contenuti creati dagli esseri umani.
Per quanto la tecnologia di machine learning sia un continuo “work in progress”, ci sono alcuni aspetti dell’essere umano che le macchine non riescono ancora a decifrare del tutto.
Un esempio calzante è proprio la semantica, che non è del tutto comprensibile agli algoritmi. Con i Big Data e maggiori informazioni a disposizione, l’AI potrà comprendere meglio cosa scriviamo sul web.
Crypto e Blockchain per il Web 3.0
La blockchain permetterà di raggiungere obiettivi di decentralizzazione delle economie online, della proprietà dei dati correlati e tutto questo sarà determinante anche per i business.
Si aprirà la possibilità di tokenizzare un asset, mettere delle informazioni on-chain e creare un’identità digitale.
Tutte novità incredibili perfette per le caratteristiche del Web 3.0.
Visualizzazione e interazione in 3D
In modo in cui apparirà il web non sarà quello che conosciamo attualmente.
Stiamo assistendo a un passaggio verso ambienti 3D che incorporano anche la realtà virtuale.
Il metaverso, ormai, è una tendenza più che affermata e all’avanguardia (basti pensare alle interazioni tramite videogiochi 3D).
Intelligenza artificiale
Una quarta caratteristica del Web 3.0 riguarda l’Intelligenza artificiale.
È una chiave per trasformare i contenuti creati dall’uomo in dati leggibili e comprensibili da una macchina. Un esempio calzante sono i bot per assistere i clienti.
Bene, l’AI si svilupperà talmente tanto che servirà meno lavoro umano per svilupparlo. Un “organo” che sarà quasi del tutto autonomo.
(Fonte: Binance Academy)
Andrea Grossi,
Direttore Commerciale & Innovation Manager di Beatreex